Chiara Basso
El Francis esculturas de la planta a la escuela
Le sculture di Francesco Pianta alla Scuola
Poche sono le cose che si sanno su Francesco Pianta. Che era veneziano, che era nato nel 1650 ed era morto ad appena 40 anni. Chi fosse veramente, a mio avviso, ce lo raccontano le sue sculture in legno, uno dei grandi tesori nascosti di Venezia. Non è che le sculture, o meglio i bassorilievi in legno effettuati da Francesco, siano nascosti nel senso classico della parola. Semplicemente il turista che si aggira nel grande salone superiore della Scuola di San Rocco, a Venezia, non le vede, occupato com’è a puntare il naso verso l’alto, verso i potenti affreschi di Maestro Tintoretto. Le sculture sono più in basso, tutto attorno alla sala del Capitolo. Esse fanno riferimento all’iconologia di Cesare Ripa che pubblicò il suo lavoro alla fine del ‘500 e ispirò moltissimi artisti. Lungo le pareti Francesco ci ha messo tutto : i vizi e le virtù, la musica, la scultura, la retorica e la poesia. Ma sono i vizi ad essere rappresentati con maggior forza. L’astuzia è un guerriero con l’elmo sulla testa e una catena al petto (sede del cuore e dunque dell’amore), come a dire che il coraggio non è nulla se non è accompagnato dall’intelligenza. L’Invidia è un personaggio che guarda l’Astuzia con un serpente arrotolato al collo che lo morde avvelenandolo. Splendida scultura è quella dello Scandalo e dello Scrupolo, simbolizzata da un uomo che tiene in mano un passino per dividere il bene dal male e nel contempo è amputato della mano sinistra, il che gli impedisce di passare all’atto. La scultura che preferisco resta comunque la Malinconia : un uomo dallo sguardo vuoto che scruta il fondo di ogni suo pensiero. Ai suoi piedi una ventola che attizza il fuoco che brucia in un braciere : la malinconia attizza da sola la fiamma che la consuma…
El Francis esculturas de la planta a la escuela

